Psicologia forense

Il giudice nomina un consulente che valuti le capacità genitoriali

La psicolgia forense o per meglio giuridica, è quel settore della psicologia che si occupa della pratica forense in ambito civile e penale (psicologia criminale, psicologia penitenziaria, psicologia giuridica civile). Allo psicologo forense, in ambito civile, viene richiesto un parere su materiale dove il giudice non ha competenza specifica come:

  • Affido dei minori
  • Modifiche alla potestà genitoriale
  • Adozione, stato di abbandono
  • Affidamento etero-familiare
  • Interruzione della gravidanza per minori

Un esempio per chiarire quanto detto: due coniugi si vogliono separare con figli minorenni, la relazione tra loro è caratterizzata da un alto livello di conflittualità, denunce reciproche, figli strumentalizzati.
In alcuni casi chiedere l’affidamento dei minori diventa uno strumento per manipolare anche l’aspetto patrimoniale. Il genitore che avrà in affidamento i figli, normalmente ha l’uso della casa coniugale, giacchè per la prole è auspicabile rimanere nella casa genitoriale.
Se durante le varie udienze le parti con i rispettivi legali non trovano un accordo e la conflittualità persiste alta per lunghi tempi, il giudice ha facoltà di nominare un esperto, un consulente di sua fiducia per valutare le capacità genitoriali di entrambi i coniugi e il tecnico nominato può relazionare al giudice esprimendo un parere sul migliore regime di affidamento per la prole.

Lo Stato Italiano con la Legge 54/2006 detta le nuove “disposizioni in materia di separazione dei genitori e affido condiviso dei figli”.
L’affido esclusivo, che per anni è stato applicato come prassi giudiziaria, ovvero l’affido ad un solo genitore, solitamente la madre, decade e da tale data il giudice ha l’obbligo di disporre l’affido condiviso tra i due genitori e il minore collocato presso uno dei due genitori.
Non è un caso che si è costituita l’Associazione Padri Separati, fino a quel momento il padre era il genitore del tempo libero, spesso in padre aveva funzioni di bancomat.
Questa riforma sancisce il principio della bigenitorialità nei confronti dei figli minori, ossia della corresponsabilità di entrambi i genitori per quanto concerne la cura, l’educazione e l’istruzione della prole anche dopo la separazione.

 

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Danno alla persona

La legge prevede l'obbligo di risarcimento per i danni provocati a terzi.
Colui che commette un fatto illecito è responsabile del danno cagionato ed è obbligato a risarcire i danni derivati dalla sua azione od omissione di un suo comportamento doveroso.
Esistono diversi tipi di danni: danni biologici, relativi al diritto alla salute, danni patrimoniali, legati all’aspetto economico e danni non patrimoniali legati al danno esistenziale, al danno morale, al danno estetico, al danno da lutto, al danno da responsabilità professionale.
Per danno psichico si intende la compromissione durevole di una o più funzioni della personalità: intellettive, emotive, affettive, sessuali, volitive, di capacità di adattamento, di relazionarsi con l’altro.

La valutazione del danno non patrimoniale riguarda le lesioni ai diritti inviolabili dell’uomo, le lesioni dei valori inerenti la persona, per questo non si parla di risarcimento ma di riparazione del danno non patrimoniale.
Esistono diritti inviolabili dell’uomo riguardanti le libertà fondamentali: libertà personale, di manifestare la propria opinione, il diritto alla personalità morale, diritti nell’ambiente lavorativo e nell’ambito familiare.

I figli hanno diritto alla bigenitorialità

Il principio della bigenitorialità trova fondamento e giustificazione non solo nella nostra Costituzione ma anche nella Convenzioni Internazionali che si premurano di garantire che il minore abbia sempre rapporti continui con entrambi i genitori.
Questa nuova norma non basta però a ridurre la conflittualità tra coniugi perchè i figli continuano ad essere strumentalizzati da adulti/genitori che mantengono risentimenti e desiderio di rivalsa su l’ex-coniuge.

Finisce il rapporto coniugale, ma si è genitori per tutta la vita, si può essere un pessimo coniuge, ma un buon genitore.
La dottrina e la giurisprudenza sottolineano che in caso di separazione con figli minori, il procedimento deve obbligatoriamente essere improntato sull’interesse esclusivo del minore.
In base a questo orientamento condiviso da tutta la comunità scientifica e dai giuristi, si ricorre al Consulente Tecnico d’Ufficio nominato dal giudice nei casi in cui l’interesse del minore non viene tutelato a sufficienza.
Al Consulente Tecnico d’Ufficio viene richiesto di valutare le capacità genitoriali di entrambi i genitori.

La metodologia in psicologia forense si basa su l’esame psichico della persona che avviene attraverso l’analisi e l’osservazione dei vari aspetti dell’individuo utilizzando colloqui clinici, che permettono dei risultati intuitivi, e la somministrazione di Test Psicologici per avere dati oggettivi, scevri da eventuali interferenze da parte dell’esaminatore.
In presenza di una Consulenza Tecnico d’ufficio, le persone sottoposte alla valutazione, possono farsi supportare da un Consulente Tecnico di Parte di loro fiducia, anche egli psicologo forense, che supporta la persona e verifica il corretto adempimento delle procedute messe in atto durante la Consulenza Tecnico d’Ufficio.

Sono state studiate delle disposizioni in materia di psicologia forense che hanno portato alla redazione delle in LINEE GUIDA PER LO PSICOLOGO GIURIDICO IN AMBITO CIVILE E PENALE 
(A.I.P.G. 2009) cui attenersi nell’esercizio dell’attività psicologica in ambito giuridico. Tale Linee guida sono liberamente consultabili e vanno ad integrare il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani in quanto ogni psicologo è tenuto ad osservarne le norme durante l’esercizio della sua professione.

In ambito penale la psicologia forense trova applicazione nei casi di valutazione del dannopsichico conseguente ad un reato.
I danni che una persona subisce in seguito ad un fatto illecito posso essere patrimoniali, ovvero economici, ma si posso verificare altri tipi di danno come un danno pschico, un danno da lutto, un danno estetico, un danno esistenziale.


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Psicodiagnosi

Il termine viene impiegato per descrivere un metodo di indagine volto alla conoscenza psicologica di una persona attraverso l’utilizzo dei test psicologici.
Durante il colloquio lo psicologo, attraverso un ascolto empatico, può riscontrare, intuire, le problematiche della persona con cui si sta relazionando, con la somministrazione di test psicologici standardizzati si avrà quindi la conferma oggettiva della diagnosi.
I test psicologici servono per evidenziare con dati oggettivi, incontrovertibili, lo stato di disagio della persona, la misura di quel disagio.
Effettuare un'indagine psicodiagnostica con i test è il punto di partenza per prendere consapevolezza dell’esistenza di un problema e scegliere la sua risoluzione.