Domenica, 15 Gennaio 2017 10:59

L’evasione dalla gabbia

I genitori non si rassegnano facilmente davanti alla delusione di avere un figlio/a diverso da come lo desideravano ed iniziano a mettere in atto tutta una serie di comportamenti che deviano il cammino di crescita del proprio figlio/a il quale da adulto si ritroverà rinchiuso in una gabbia dorata, ma pur sempre gabbia, che i genitori hanno fabbricato per lui.

Le sbarre della gabbia hanno il nome di non riconoscimento, non accettazione, rifiuto, sensi di colpa, pregiudizi sociali, delirio d’onnipotenza genitoriale, perbenismo.

Il figlio è condannato all’ergastolo, ad essere imprigionato in un mondo che non gli appartiene, la sua sensibilità, il dolore che prova gli fanno intuire che tutto ciò non gli appartiene e tenta di progettare un’evasione da questa gabbia.

Alcuni figli tentano la fuga ma, essendo faticosa, desistono per pigrizia, paura, incapacità, per non rinunciare a quella parvenza d’amore e accettazione che li inganna.

Esistono casi in cui il figlio/a accentra tutte le sue energie ed inizia a scavare a mani nude tutti i giorni, per anni, con costanza e metodo fino ad arrivare all’uscita.

Lotta per esistere come individuo libero da schemi, concetti, pensieri che non gli appartengono.

Esce dall’ergastolo familiare, sociale, culturale.

Il figlio/a diventa un individuo libero e intraprende il nuovo cammino… quello a cui era predestinato.

Lo psicologo offre alle persone gli strumenti per scavare e far emergere tutto il potenziale che possiedono al fine di poter essere artefici del proprio futuro.