Martedì, 19 Maggio 2015 09:44

Difendi la tua individualità... Non tradire te stesso

Il bisogno primario dell’essere umano è essere accettato nellla sua individualità, nella sua specificità, ogni persona è caratterizzata da una sua unicità.

Ognuno di noi è stato pensato e fantasticato dalla propria madre, non c’è gestante che non fantastica sul figlio che ha nel ventre, come sarà fisicamente, cosa farà da grande, il figlio spesso è la rivincita, il riscatto sociale dei suoi genitori, il nascituro deve riempire un vuoto o salvare un’unione, così facendo ci rifiutano per quello che noi veramente siamo.

Veniamo inventati prima di nascere!... Ma chi siamo noi veramente?

Le fantasie, i pensieri, i desideri della madre spingeranno il figlio ad incarnarli nelle relazioni interpersonali future per non deludere la genitrice, ma ciò porterà il figlio a vivere per tutta la vita in una prigione psichica senza via d’uscita, con il ripetersi per tutta l’esistenza di determinati schemi di comportamento disfunzionali. Ma anche i nostri genitori sono stati fantasticati...

La nostra dimensione autentica non si manifesta nel corso della nostra vita, perché si rafforza sempre di più la fantasia che l’altro ha di noi, è più facile fantasticare l’altro che avere con lui un rapporto autentico.

La persona è costretta a recitare un copione di una vita non autentica

Il tradimento delle aspettative e delle fantasie altrui può essere la chiave di lettura che ci permette di rivedere con un’ottica nuova il mito familiare, il matrimonio, l’amore, l’amicizia.
All’origine del nostro essere individui c’è il tradimento, quante volte sentiamo dire “quel figlio ha tradito le aspettative familiari”, “la mia migliore amica mi ha tradito”.
Il vero tradimento è quello che un essere umano può attuare verso se stesso, non lasciando venire alla luce la parte più profonda e vera di se.

La nostra individualità vera ed esclusiva, perché ognuno di noi è irripetibile, si fonda sulla grande fatica che occorre per differenziarsi dal mondo circostante che tende ad uniformarci.

Jung diceva: “solo ciò che uno è, ha la forza salutare”