Lunedì, 18 Maggio 2015 09:41

Divorzio.... cosa mi succederà?

Il matrimonio o la convivenza può essere definito la manifestazione adulta dell’attaccamento, nel senso che questa relazione fornisce una base sicura, permettendo lavoro ed esplorazione e un guscio protettivo nei momenti di bisogno.

In salute e in malattia” questa formula ricorda lo scopo psicologico del matrimonio che è quello di fornire una base sicura e un sistema di attaccamento che può essere riattivato nei momenti del bisogno.
Nel momento della separazione affettiva si spezza il legame che aveva unito lui/lei alla persona scelta come compagna/o di una intera vita, nuove sensazioni ed emozioni si affacciano nell’animo: incredulità, calma apparente, basata però su una chiusura emozionale in cui sono soppresse tutte le emozioni, frequente è l’uso del ritiro affettivo come difesa contro il dolore di un desiderio non corrisposto; si arriva a negare la realtà, a provare rabbia, come risposta alla rottura del legame affettivo, spesso affrontata da solo/a.

Il risultato è la disorganizzazione, lui/lei viene colto da un senso di confusione e smarrimento e dalla paura di non riuscire a superare questo momento fino a quando non riesce a dare una ri-definizione di se stesso e della propria vita: una riorganizzazione in cui si costruiscono nuovi rappresentazioni interne adeguate ai cambiamenti avvenuti nella propria vita.

Qualsiasi tipo di separazione affettiva è un processo fisiologico, che ogni individuo elaborerà a seconda del tipo di personalità e della storia del soggetto interessato, è però anche noto che una separazione affettiva possa precipitare in una condizione morbosa che si declina nella patologia depressiva reattiva.
Per evitare che ciò avvenga si deve dar sfogo al proprio dolore, alle proprie sofferenze, si deve evitare che la confusione diventi una specie di prigione in cui il passato viene continuamente attualizzato e reso operante nel presente, mentre l’attuale realtà psichica viene negata.

Lo psicologo può aiutare la persona a convogliare l’energia, scaturita dalla rabbia, per attuare una progettualità che rinnovi la propria vita separando il passato dal presente per poter arrivare alla costruzione di una rinnovata identità che è stata destabilizzata in seguito alla separazione e al divorzio.
Per far fronte alla paura dell’impotenza di fronte alla rottura di un rapporto durato pochi anni o in taluni casi ventennale, spesso si assumono atteggiamenti di diffidenza nei confronti del mondo esterno, si sviluppano sentimenti di colpa e una sintomatologia psicosomatica.