Domenica, 10 Settembre 2017 16:26

Le ossessioni... riconoscerle per liberarsi da esse

Quante volte sentite dire quella persona è ossessionata da….

Spesso a questa frase non si dà peso, sarebbe meglio fermarsi a riflettere sulla parola ossessione pe poter comprendere meglio le persone che ci circondano: amici, compagno/a, mogli, mariti, figli.

Per ossessione si intende un’idea, un pensiero ricorrente, tanto ricorrente da diventare pervasivo nella vita della persona la quale viene totalmente assorbita da essa.

L’ossessione è un malessere, un disagio e per affrontarlo si mettono in atto comportamenti cosiddetti compulsivi: si compiono azioni o rituali che servono a contenere l’angoscia che è celata dietro l’ossessione.

Il disturbo ossessivo-compulsivo spesso è associato a depressione e comporta una grave menomazione del funzionamento professionale e sociale che condiziona la famiglia, gli amici, i colleghi con cui si lavora.

Trasportiamo questa spiegazione scientifica nella vita pratica di tutti i giorni e ci accorgeremo che molte sono le persone ossessionate ognuna a suo modo.

In una società dell’immagine uomini e donne devono avere un fisico invidiabile, attrici e calciatori fanno tendenza pertanto scatta l’ossessione della palestra, ore ed ore di allenamento.

Il lavoro in palestra non è mens sana in corpore sano, un’attività salutare per il corpo inteso come sistema neurofisiologico, ma è acquisire un’immagine che altre persone non possiedono.

Naturalmente con la palestra scatta l’ossessione del cibo extra salutare: pollo, tacchino, bresaola, riso, ahimè i manicaretti della nostra amata cucina italiana si esauriscono qui: seconda ossessione.

Il verbo invecchiare è bandito, quindi per affrontare l’angoscia di un inevitabile passare del tempo, si iniziano a contare le rughe, l’ossessione prende il sopravvento, niente paura con le nuove tecniche si cancellano i segni del tempo! Avete osservato come i volti diventano inespressivi?

Dove finisce l’unicità di ognuno di noi?

L’ossessione cela sempre un’angoscia inconsapevole presente nell’individuo, un paura profonda, un bisogno infantile, una profonda non accettazione, un vuoto affettivo, un bisogno di…

Ricordate? Il bisogno di… ci rende schiavi!

Se ancora a tarda età si sente il bisogno tutte le sere di frequentare locali fino alle tre del mattino in questo caso l’ossessione non fa sentire il vuoto esistenziale che divora la persona; se si trascorre tutta la vita facendo diete c’è una visione distorta della propria immagine corporea e quindi una non accettazione della propria specificità; se si cercano freneticamente rapporti sessuali non c’è più il piacere che può scaturire da una sana e serena sessualità.

L’ossessione è fissare i processi di pensiero su un determinato oggetto, passatempo o situazione per non sentire la sofferenza dell’anima, il pensiero rimane incastrato in un sorta di spirale da cui è impossibile uscirne da soli.

L’ossessione prende il sopravvento, spesso l’angoscia è una nuvola nera, una cappa sulla persona che copre un fallimento, un vuoto affettivo ed impedisce all’individuo di avere una qualità di vita appagante, un benessere psicofisico, relazioni interpersonali caratterizzate da armonia.

La competenza dello psicologo è cogliere e capire il senso di comportamenti messi in atto dalla persona, aiutarla a spazzare via l’ossessione, l’angoscia che inconsapevolmente deteriora la vita quotidiana.