Spesso, superata la crisi, il paziente non si reca più dallo psicologo perché pensa… “sto bene, ho risolto, non mi serve andare dallo psicologo”.
Ma qual è il nesso con il mare mosso?
Semplice! ... quando il moto dell’animo umano è impetuoso e burrascoso, non si vede la profondità del problema che ha scatenato la bufera, o più precisamente si potrebbe individuare la causa ma risolverla definitivamente richiede una cura costante nel tempo.
Quando il mare è molto mosso, il fondale non si vede.
Pensate a cosa accade al Pronto Soccorso di qualsiasi ospedale: si interviene sull’emergenza, una volta stabilizzato il paziente si metteranno in campo terapie farmacologiche per risolvere il problema medico e permettere alla persona una qualità di vita soddisfacente,
Allo stesso modo, lo psicologo può aiutare il paziente in presenza di una crisi emotiva, ma il lavoro non può limitarsi a questa prima fase, proprio la presenza di un forte disagio deve spingere il paziente ad andare a scavare per portare alla luce il nucleo centrale del disagio.
Quando la bufera dell’animo si calma, è il momento giusto per conoscere se stessi, le proprie aspettative, delusioni, sensi di colpa, i propri sentimenti…per evitare continui accessi al Pronto Soccorso psicologico.
Lo psicologo attraverso la consulenza ti restituisce la tua capacità di valutare e decidere realmente cosa fare di te stesso/a, dare un significato diverso alla tua realtà psichica, affettiva.
Quando il mare diventa calmo, è possibile vedere il fondale con le sue bellezze e le sue nefandezze, nel primo caso godremo di quella vista, nel secondo caso potremo ripulire il fondale togliendo i contenuti che vanno ad inficiare la qualità della vita e il proprio benessere.