Domenica, 02 Giugno 2019 08:44

La dipendenza dal sintomo

Il sintomo è la punta di un iceberg.

Ci sono persone che lamentano sintomi fisici quasi cronici.

Fanno molteplici e variegate terapie, ma quel sintomo non svanisce, si attenua ma negli anni accompagnerà la persona.

Il sintomo protegge la persona da un dolore interiore.

Il sintomo è un adattamento ai conflitti interiori, alle paure, all’ansia, alla rabbia, all’aggressività, ai bisogni e desideri frustrati.

L’inconscio parla attraverso il sintomo.

La malattia è il linguaggio dell’anima. La psiche, attraverso il simbolismo che hanno i sintomi fisici, mette in luce stati di sofferenza nascosti nell’inconscio.

Questi stati interiori sono talmente dolorosi da dover essere mascherati e traslati in sintomi fisici.

La comparsa di una malattia è il segno della rottura di un equilibrio e dell’insufficienza dei meccanismi di compensazione e di difesa.

La perdita dell’equilibrio interiore si manifesta nel corpo sotto forma di sintomo. Il sintomo ci informa che qualcosa ci manca, che qualcosa non va, il sintomo non è un nemico da combattere e distruggere ma è uno strumento per capire cosa ci manca e superare la malattia vera e propria.

Pensate ad un iceberg, la parte emersa, ciò che si vede è 1/8 della parte nascosta.

Detto in altre parole, la parte nascosta dell’iceberg è grande 8-9 volte la parte emersa, ovvero visibile.

Il sintomo è la punta dell’iceberg.

Un sintomo, ci fa capire che stiamo vivendo in un contesto mal funzionante, ed è proprio questa emozione negativa che può essere la spinta, la motivazione ad un cambiamento.

Perché essere dipendenti da un sintomo?

Rivolgersi ad uno psicologo significa dare a se stessi l’opportunità di vedere la punta dell’iceberg, iniziare a sciogliere la parte visibile e porre attenzione alla parte nascosta: le nostre sensazioni, emozioni, ai nostri bisogni, ascoltare noi stessi, ognuno di noi vibra di sensazioni che sono uniche e caratteristiche della persona.