Domenica, 05 Febbraio 2017 10:18

La voce di un figlio

Un giovane lettore del mio blog mi ha inviato un suo scritto e voglio dar voce alla sua anima.

Ciao papà

Ti chiamo così perché essendo tuo figlio io ti reputo ancora tale.

Sinceramente sto ancora cercando un senso o almeno un motivo buono per il quale ti sto scrivendo.

Mah… forse perché credo che dopo starò meglio…?

Più vado avanti a scrivere e penso… più mi accorgo di quante cose che non sai di me o più che altro non hai voluto sapere, sicuramente ora penserai che ti voglio rinfacciare tante cose ma non è così.

Sai… tante volte in classe o quando esco con gli amici… saltano fuori i discorsi sui genitori, come credo sia normale, ed io… su di te più di tanto non posso dire perché forse sarà per il destino, nel quale parentesi io non credo, o per motivi passati, non ho avuto l’occasione di vivere con un padre accanto che mi crescesse e mi mostrasse il mondo da un altro punto di vista.

Con questo non voglio sminuire mamma perché ora è solo grazie a lei che oggi sono quello che sono… sicuramente.

Quando hai deciso di rifarti una vita hai avuto i tuoi buoni motivi, ma non puoi… per quanto spero che non lo desideri… dimenticare in cuor tuo di tuo figlio!

E spero, anche se non lo mostri, che almeno in un angolino di te ci sono racchiuso anche io!

Sono passati 15 anni e l’8 maggio 16 e credo sia arrivato il momento di dare una svolta a questa situazione.

Sicuramente, tu lì con la tua famiglia stai bene, ma a me manca qualcosa… quel vuoto che purtroppo gli amici o i famigliari non possono colmare per quanto bene gli possiamo volere… per me è stato difficile prendere questa decisione perché ero combattuto tra scriverti o memo.

Comunque volevo chiederti solo una cosa se puoi ascoltare questa canzone "Parla con me" di Eros Ramazzotti è l’unica cosa che ti chiedo da figlio.

Ciao Stefano

P.S.: ti ho scritto queste poche righe con gli occhi lucidi per farti capire quanto possono essere veritiere e sentite le mie parole.

 

Da questa lettera sono trascorsi 7 anni, il figlio sta ancora tentando di parlare con il padre, chiuso emotivamente.

Sentirsi padre è una percezione intima di se stessi ed è collegata alle emozioni.

Rivolgersi allo psicologo è utile per un sostegno psicologico all’identità paterna.